Di Renzo, M., Crisi, A., Marini, C., di Castelbianco, F. B., Zaza, F., Racinaro, L., & Rea, M. (2021). A PSYCHOLOGICAL READING OF AUTISM SPECTRUM DISORDERS THROUGH THE WARTEGG-CWS. Journal of Psychological and Educational Research, 29(2), 90-110
Leggi l'articolo originaleI Disturbi dello Spettro Autistico (ASD) costituiscono un insieme relativamente eterogeneo di disturbi del neurosviluppo caratterizzato da anomalie socio-comunicative e dalla presenza di comportamenti, attività e interessi ripetitivi e ristretti. Tali caratteristiche determinano anomalie di sviluppo sia in ambito relazionale che cognitivo e sono spesso responsabili di ritardi, e comunque di aspetti atipici, nell’acquisizione del linguaggio, nel processo grafico e in tutte quelle attività simboliche che presuppongono un’adeguata interiorizzazione delle esperienze. In questo articolo sono stati coinvolti 36 bambini dai 6 ai 12 anni con diagnosi di autismo che, dopo un percorso terapeutico, hanno raggiunto la capacità grafica atta a rappresentare oggetti del mondo, una comprensione cognitiva adeguata a eseguire un compito richiesto e una capacità linguistica e metacognitiva idonea a commentare la propria produzione grafica. A questi bambini è stato somministrato il Test di Wartegg, un test grafico, proiettivo, semistrutturato, con comprovata attendibilità e validità, che consente una valutazione psicologica a partire dai 5 anni (l’età è relativa alle suddette capacità). In modo particolare ci interessa evidenziare come i bambini con ASD riescono a rappresentare contenuti del loro mondo interno e comprendere quali nuclei appaiono maggiormente problematici nel loro vissuto al fine di orientare la risposta terapeutica. I risultati di questa ricerca confermano la presenza, nei bambini con ASD, di tratti 2 di rigidità, chiusura e mancanza di flessibilità nei confronti degli stimoli provenienti dal mondo esterno, tali da interferire sulle loro capacità di sintonizzarsi con l’ambiente e adattarvisi in maniera adeguata e funzionale. I dati evidenziano, altresì, un prevalere della componente emotivo-affettiva su quella razionale e di controllo e una compromissione della possibilità di esercitare un controllo consapevole sui propri vissuti. Gli esiti di questo studio evidenziano, infine, la presenza, nei bambini con diagnosi di ASD, di elementi riconducibili a un assetto psico-affettivo caratterizzato da una maggiore deflessione del tono dell’umore rispetto ai bambini con sviluppo tipico.